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Una finestra sul Viet Tai Chi: 30 anni di tesi. #25 Errore e perdono

Il 2022 rappresenta un anno importante per il VTC, infatti celebriamo il 30° della asd VTC Italia e quindi del VTC nel nostro Paese. Trent’anni sono tanti e pochi per una disciplina che affonda le sue origini nei secoli di cultura e storia vietnamita. Per chi, come me, era presente 30 anni fa, sono proprio tanti: anni di pratica, studio, condivisione che ci hanno accompagnato e hanno modellato le nostre esistenze. Tanti saranno anche i modi di festeggiare questo compleanno. Il Centro Thien Mon li festeggia ricordando il contributo dei tantissimi istruttori che si sono diplomati e hanno presentato il loro lavoro di tesi scegliendo me come Relatore. Sono quasi un centinaio e alcuni di loro hanno presentato tutte le loro tesi insieme a me: percorsi di 15-20 anni condivisi nella teoria e nella pratica. Le loro tesi rappresentano un contributo sempre nuovo, interessante, originale; studio di ricerca oppure di sperimentazione; scelte tecniche o filosofiche; argomenti di ogni genere che mettono al centro lo studio e l’amore per il VTC. Alcuni praticano ancora oggi; altri hanno interrotto la pratica; ma solo interrotto perchè ritornare è sempre possibile e accade continuamente. Il Thien mon inizia a pubblicare estratti da queste tesi come ringraziamento a tutti per esserci ed esserci stati. Il loro lavoro non va perso, I buoni frutti della loro ricerca appartengono al Thien Mon e a tutto il VTC Italia.

L’errore come opportunità di crescita
– Alba Baggio [2018]

 Imparare che sbagliare può succedere ci dà l’opportunità di passare da un atteggiamento giudicante e di rimprovero verso noi stessi ad un atteggiamento di autovalutazione serena dei nostri comportamenti, che crea i presupposti per una maggiore comprensione del nostro essere e consapevolezza di sé. Continuando, invece, a giudicare i nostri errori come inammissibili, legheremo necessariamente il nostro valore di persone al giudizio (positivo o negativo) delle nostre azioni, non dando, così, possibilità alla nostra autostima di prendere corpo e forza, e l’ansia ci assalirà al solo pensiero di fare. Alla fine rinunceremo ad agire per paura di sbagliare, per il timore di venire annientati dai nostri errori e per non sentirci falliti e sbagliati nel nostro essere. Chi non osa non sbaglierà mai forse, ma rimarrà per sempre imprigionato in un’illusione di vita fatta in realtà di terrore, staticità, immobilità e sofferenza. Solo riuscendo ad essere più amorevoli ed indulgenti con noi stessi possiamo vivere i nostri errori come opportunità e non come fallimento; perdonandoci la nostra umanità e la nostra imperfezione, riusciremo ad avere il coraggio di agire e di attuare cambiamenti nella nostra vita quando ci saranno delle situazioni che non ci soddisfano più. Quando si sceglie di perdonare, sia che si abbia il bisogno di perdonare noi stessi o qualcun altro, si ottengono molti benefici sia personali sia per tutti quelli che ci stanno intorno. Perdonarsi e perdonare rende liberi dal passato e permette di realizzare il vero potenziale che è in noi. Il perdono permette di liberarsi da convinzioni e atteggiamenti limitanti. Libera le energie mentali ed emozionali in modo da poterle applicare per creare una vita migliore. Se non si sa perdonare, una parte dell’energia vitale interiore rimane intrappolata nel risentimento, nella rabbia, nel dolore o in qualche tipo di sofferenza. Questa energia vitale intrappolata limiterà le nostre scelte e azioni. È come cercare di guidare una bicicletta frenando tutto il tempo… rallenta, frustra e rende difficile andare avanti. Le scelte e le possibilità che ci diamo saranno influenzate da tutto ciò che non si è ancora perdonato. Mentre si impara a perdonare e a perdonarsi, l’energia impiegata prima in pensieri e sentimenti infelici viene liberata e può fluire nella creazione della vita che si desidera maggiormente. Perdonare e perdonarsi richiede coraggio, ma il coraggio non è mancanza di paura, è una scelta… quella di guardare negli occhi quella paura per attraversarla… e solo chi accetta il rischio può riuscire a prendere decisioni e a fare delle scelte, muovendosi verso l’ignoto piuttosto che rimanere imprigionato in realtà scomode e dolorose.

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